Rapporto Fao: il clima cambia, la fame ritorna
La fame nel mondo cresce e il cambiamento climatico non aiuta. Anzi, è una delle cause del rifiorire di un fenomeno che andava riducendosi e che invece si ripresenta e si consolida
Data:
13 settembre 2018
La fame nel mondo cresce e il cambiamento climatico non aiuta. Anzi, è una delle cause del rifiorire di un fenomeno che andava riducendosi e che invece si ripresenta e si consolida, dopo che già nel 2017 c'erano state 38 milioni di persone malnutrite in più rispetto all'anno prima. La certificazione dell'inversione di tendenza e il ruolo giocato dal cambiamento climatico sono le conclusioni più interessanti dell'ultima edizione del rapporto “Lo Stato della sicurezza alimentare e nutrizionale nel mondo”, curato dalla Fao, l'Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura, in collaborazione con World Food Programme (Programma alimentare mondiale), l'Unicef (Fondo per l’infanzia), l'Organizzazione mondiale della sanità e il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo.
Il cambiamento climatico ha già avuto un impatto sulla coltivazione di grano, riso e mais nelle aree tropicali ma anche in alcune regioni dal clima più temperato. Impatto che andrà a crescere col peggiorare delle condizioni climatiche, sempre più estreme. Il Rapporto ha rivelato che quasi l'11 per cento della popolazione mondiale, circa 821 milioni, è denutrito e che gran parte è concentrato nelle aree più esposte ai mutamenti climatici.
Fenomeni estremi come gli uragani ma anche l'anomalia nell'andamento delle temperature ha conseguenze sulla produzione agricola - calano le quantità e salgono i prezzi dei prodotti alimentari - con ripercussioni più severe per le fasce più povere e giovani delle popolazioni delle regioni più colpite. Sotto i 5 anni di età sono oltre 50 milioni i bambini denutriti, mentre 151 milioni, pari al 22% nel mondo, sono affetti da problemi nella crescita legati alla malnutrizione. Problemi non comuni ai bambini dei Paesi più sviluppati, alle prese col problema opposto dell'obesità: circa 38 milioni. Numero in calo rispetto a un anno fa (41 milioni), che rivela come i Paesi più sviluppati abbiano, sempre e comunque, più mezzi per venir fuori dalle situazioni più negative, spesso create da se stessi.
Ultimo aggiornamento
16/05/2023, 16:14