La plastica non riciclabile: da rifiuto a risorsa per produrre idrogeno

Produrre energia elettrica e idrogeno dai rifiuti plastici non riciclabili. È questa la nuova sfida che Sotacarbo sta portando avanti con prestigiosi partner scientifici e industriali. Con

Data:
18 febbraio 2021

Grande miniera di Serbariu. Foto credit: Sotacarbo
Grande miniera di Serbariu. Foto credit: Sotacarbo  
Produrre energia elettrica e idrogeno dai rifiuti plastici non riciclabili. È questa la nuova sfida che Sotacarbo sta portando avanti con prestigiosi partner scientifici e industriali. Con l’obiettivo di trasformare un grave problema ambientale in una preziosa risorsa energetica. Con un’unica soluzione si assicura una materia prima per la produzione del vettore energetico del futuro e si risolve il problema dei rifiuti plastici, sempre più rilevante, considerando che solo una piccola parte di questi (circa il 42%) può essere riciclata, mentre il resto viene quasi per intero conferito in discarica, con problemi di carattere economico e ambientale. Il materiale plastico, grazie ad appositi processi termochimici di gassificazione, viene convertito in un combustibile gassoso pulito, caratterizzato da un elevato contenuto di idrogeno. Il gas può essere impiegato come combustibile per la generazione di energia elettrica oppure arricchito ulteriormente in idrogeno, che potrà essere separato e purificato per essere impiegato in diversi settori: produzione di energia, trasporti e industria chimica. Partendo dall’esperienza maturata in anni di attività sperimentale sulle tecnologie di gassificazione delle biomasse, Sotacarbo sta lavorando all’ottimizzazione dei processi che consentano, nel breve periodo, di trattare rifiuti di qualità sempre peggiore. L’attività prevede lo sviluppo di due diverse tecnologie di gassificazione, caratterizzate da prestazioni diverse e diverse prospettive di applicazione. E coinvolgerà numerosi partner scientifici, italiani e stranieri, molti dei quali collaborano già da anni col centro ricerche Sotacarbo di Carbonia. Tra questi l’Università Vanvitelli di Caserta e gli americani National Energy Technology Laboratory (Netl), Electric Power Research Institute (Epri) e Hamilton Maurer International (Hmi). Un programma di ricerca ambizioso, che ha l’obiettivo di mettere a punto una tecnologia davvero promettente, con ricadute, anche nel breve periodo, sia a livello ambientale che economico, chiaro esempio di economia circolare applicata alla gestione dell’energia. APettinau

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Ultimo aggiornamento

16/05/2023, 15:27