Il futuro (prossimo) dell'idrogeno verde

Non bisognerà attendere tanto. L'idrogeno verde sta bruciando le tappe e sarà presto uno dei combustibili più competitivi. Questa l'opinione di molti analisti, richiamata da un articolo pubblicato lo

Data:
13 novembre 2020

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Non bisognerà attendere tanto. L'idrogeno verde sta bruciando le tappe e sarà presto uno dei combustibili più competitivi. Questa l'opinione di molti analisti, richiamata da un articolo pubblicato lo scorso ottobre sul quotidiano britannico The Guardian, che fa un esame critico delle scelte effettuate dal governo australiano su questo argomento. L'esecutivo guidato dal primo ministro Scott Morrison ha descritto l'idrogeno pulito come tecnologia prioritaria, tra quelle a basse emissioni, per sostituire i combustibili fossili nei trasporti, nel settore elettrico e nei processi industriali. Ha attribuito un rango ma non ha definito cosa intende per idrogeno pulito. Definizione che è stata ricavata in parte da un altro documento ministeriale, nel quale si afferma che, nel breve termine, le forme più economiche per produrre idrogeno pulito sono basate sull'utilizzo del gas o della gassificazione del carbone con l'applicazione delle tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2 (Ccs). Il Guardian però richiama un report di Bloomberg NEF, che smentisce questa affermazione, che si basava su uno studio realizzato da Csiro nel 2018.  Secondo Bloomberg NEF l'idrogeno verde" prodotto con l'energia eolica e solare potrebbe diventare molto più velocemente del previsto, prima del 2030, la forma più economica di combustibile, superando l’idrogeno prodotto con gas e carbone su larga scala. In Cina già oggi ci sono elettrolizzatori che costano un quinto di quanto ipotizzato nello studio Csiro. Insomma, il governo australiano fa bene a puntare sull'idrogeno pulito ma si capisce che la sua idea di "pulito" si fonda su presupposti ormai datati. E per questo fuorvianti. Le stime di Bloomberg NEF dicono che l'idrogeno verde potrebbe costare meno di 2 dollari al chilogrammo prima del 2030. Esattamente 1,33 dollari al chilogrammo entro il 2030, scendendo a circa 0,76 dollari al chilogrammo entro il 2050. La previsione si basa sulla convinzione che il costo degli elettrolizzatori scenderà molto rapidamente. In confronto, l'idrogeno da gas con Ccs avrebbe probabilmente un costo di circa 1,92 dollari al chilogrammo in entrambe le date e quello dal carbone con Ccs un costo pari 2,51 dollari al chilogrammo. In Australia, la proposta più ambiziosa per la produzione di idrogeno verde, è quella dell'Asian Renewable Energy Hub. Le dimensioni dell’impianto sono straordinarie: 1.600 grandi turbine eoliche e una serie di pannelli solari che si estendono in 78 km quadrati e lavorano per alimentare 14 gigawatt di elettrolizzatori di idrogeno. La centrale elettrica più grande del mondo in grado di produrre idrogeno verde per meno di 2 dollari al chilogrammo (da utilizzare in larga misura per generare “ammoniaca verde”). L’obiettivo è molto ambizioso e la speranza è che l'idrogeno si riveli un'alternativa priva di emissioni al carbone e al gas nelle industrie che operano a temperature incredibilmente elevate. Gli esperti ritengono che sarà probabilmente più conveniente se utilizzato per creare industrie verdi locali, come l'acciaio privo di emissioni. Il governo australiano stima che l'idrogeno potrebbe creare più di 8.000 posti di lavoro e generare circa 11 miliardi di dollari all'anno di PIL entro il 2050. E mentre il mondo si distacca dai combustibili fossili, in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi, le principali potenze economiche, tra cui Germania e Giappone, guardano all'Australia come potenziale fonte di idrogeno. La Germania ha investito più di 15 miliardi di dollari nello sviluppo di un'industria nazionale dell'idrogeno e assieme all'Australia ha avviato uno studio di fattibilità sul potenziale dell’idrogeno come fonte di energia. La Commissione Europea ha recentemente lanciato una strategia che posiziona l'idrogeno verde al centro dell'obiettivo di raggiungere la “neutralità climatica” - emissioni nette zero - entro il 2050. Sotacarbo, in linea con questo scenario, sta sviluppando un progetto per la conversione della CO2 in metanolo sfruttando la reazione di idrogenazione con idrogeno verde. In questo ambito ha brevettato un catalizzatore innovativo (Actirem), unico nel suo genere  in grado di convertire la CO2 in combustibili liquidi puliti, in maniera più efficiente rispetto ai catalizzatori attualmente in commercio. ELoria

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Ultimo aggiornamento

16/05/2023, 15:28