I costi di produzione e approvvigionamento nel mercato del carbone

I costi di produzione e della catena di fornitura rappresentano un importante fattore decisionale per produttori, traders e compratori di carbone.

Data:
18 ottobre 2018

Mining_in_Mezhdurechensk
Mining_in_Mezhdurechensk  
CCC/289 Agosto 2018 Paul Baruya

I costi di produzione e della catena di fornitura rappresentano un importante fattore decisionale per produttori, traders e compratori di carbone.

Dal punto di vista del produttore, la convenienza di una miniera sarà influenzata dal rapporto tra i costi di produzione ed il prezzo del mercato del carbone. Dal punto di vista di un compratore e di un trader, la comprensione dei costi relativi alla catena di distribuzione rappresenta un’utile indicazione per la previsione del prezzo del carbone.

Tra il 2011 ed il 2016 il mercato del carbone, con trasporto via mare, ha visto una costante discesa dei prezzi. Diverse compagnie d’estrazione hanno subito un declino nei profitti annuali, che ha portato una diminuzione delle spese in conto capitale. Molti produttori hanno visto aumentare i costi di produzione delle proprie miniere a cielo aperto (“surface mining”) a causa dell’incremento del “rapporto di stripping”, un indicatore calcolato come il quantitativo di cosiddetto “overburden” (materiale di scarto) che deve essere rimosso per estrarre una tonnellata di minerale.

Le compagnie estrattive sono state costrette così ad attuare un programma di taglio di costi e di ristrutturazione delle attività. Uno dei primi obbiettivi è stata la razionalizzazione della forza lavoro per invertire il trend del crollo della produttività delle miniere. Queste misure, combinate con le deboli valute dei paesi esportatori, hanno aiutato molte compagnie estrattive del carbone a sopravvivere al prolungato declino dei prezzi.

Per gran parte degli esportatori i costi operativi della miniera rappresentano la quota maggiore dei costi FOB (franco a bordo). Non è così però in tutti i paesi: in Russia, ad esempio, i costi d’estrazione sono da considerarsi trascurabili se comparati con i costi di trasporto interno tra miniere e porti, viste le distanze lunghissime.

In funzione della collocazione del carbone nel sottosuolo e delle risorse finanziarie disponibili nell’industria estrattiva locale, si sono sviluppati differenti metodi di estrazione ora adottati in tutto il mondo.

Le miniere a cielo aperto (che riguardano la maggior parte del cosiddetto carbone steam coal, estratto ed utilizzato per produrre elettricità), tipiche dei giacimenti di carbone posizionati in strati superficiali e quasi affioranti, sono tra le più produttive. Vedono l’impiego di escavatori e mezzi d’opera utilizzati per asportare lo strato di terriccio o roccia sovrastanti il carbone. Per le miniere a cielo aperto, l’economicità del metodo di estrazione è data dal rapporto di stripping. Incrementi del rapporto si traducono in un aumento dei costi di estrazione a causa della maggiore necessità di rimozione del materiale di scarto oppure inerte.

Le miniere sotterranee (“underground mining”, il sistema maggiormente impiegato per i carboni più pregiati, quali ad esempio il carbone da coke, che si trovano generalmente in profondità nel sottosuolo) sono caratterizzate da costi più elevati rispetto alle miniere a cielo aperto per motivi legati alle più difficili condizioni di lavoro e ad una maggiore complessità delle operazioni di estrazione.

L’estrazione longwall è un metodo di estrazione sotterranea altamente produttivo ed efficiente utilizzato specialmente in Australia, Nord America ed Europa, dove la geologia si presta maggiormente a questa tecnica. E’ realizzato con una macchina completamente automatizzata che macina il carbone, per mezzo di una tosatrice (shearer) a tamburo rotante, che, muovendosi avanti e indietro sulla parete, ne permette l’estrazione sotto forma di un intero pannello. Le miniere longwall sono caratterizzate da una produttività simile a quella delle miniere di superficie.

Il metodo di estrazione Room and Pillar è stato invece sviluppato negli Usa e in Sud Africa, in miniere sotterrane dove la longwall si era rivelata troppo complessa o costosa. Durante questo tipo di estrazione gli scavi vengono concentrati all’interno del filone (room), mentre vengono lasciati a sostegno della volta dei pilastri (pillar).

Al di là del metodo di estrazione, la maggior parte delle miniere presenta caratteristiche simili. Il confronto tra le attività estrattive in varie miniere nel mondo mostra che la forza lavoro rappresenta il costo più significativo (tra il 20 ed il 50% del totale costo di estrazione), anche in moderne miniere altamente meccanizzate. Altri costi operativi relativi a macchine e consumabili, come ad esempio combustibili e ricambi, sono comunque rilevanti.

Le miniere a cielo aperto tendono ad avere costi differenti dalle miniere sotterranee, per esempio quelli relativi ai veicoli per movimento terra (pale ed escavatori, veicoli per il trasporto di overburden e carbone), e all’uso estensivo degli esplosivi. Gasolio, elettricità, oli lubrificanti e ricambi per veicoli sono voci di costo non trascurabili nelle miniere a cielo aperto. Le miniere sotterranee hanno invece macchine specializzate nella realizzazione di gallerie e nell’asportazione del carbone, per esempio macchine longwall e da estrazione continua. Il pompaggio dell’acqua, la ventilazione e la realizzazione di supporti per il soffitto sono altri fattori chiave dell’estrazione sotterranea che devono essere considerati, oltre ai consumi elettrici e ai ricambi per le macchine da taglio e per perforazioni (tunnelling).

Nel 2016, la dimensione del mercato di esportazione dello steam coal ha raggiunto le 850 Mt, mentre i costi FOB hanno variato tra i 25 ed i 57 $/t contro un prezzo di mercato di 65.5 $/t (FOB Newcastle). Il mercato internazionale del carbone da coke ha raggiunto invece le 320 Mt, con costi variabili tra i 20 e i 160 $/t e un prezzo di mercato di 142 $/t (FOB Australia).  A livello internazionale, Indonesia, Colombia e Sud Africa hanno fornito lo steam coal a minor costo sul mercato. Va comunque specificato come le esportazioni indonesiane comprendano carboni di minor pregio, caratterizzati da potere calorifico inferiore rispetto ad altri carboni presenti sul mercato. Se si considera questo aspetto, i vantaggi economici non risultano così chiari come le curve di costo inizialmente suggerirebbero. Russia, Australia e Usa esportano invece carbonidi costo medio-alto per la generazione elettrica. Nel mercato del coke, l’Australia continua a soddisfare gran parte del commercio marittimo e vede nel suo territorio l’esercizio di miniere attive lungo la costa.

Nei prossimi anni l’industria del carbone potrebbe trovare buone opportunità di investimento nell’innovazione dell’attività estrattiva, nei settori dei sistemi informatici digitali, controllo remoto, veicoli automatici, macchine e robotica.

Le più moderne compagnie estrattive mostrano un maggior adattamento ai potenziali cambiamenti nel mercato del carbone. Le crescita dei prezzi tra la fine del 2016 ed il 2017 ha incrementato rispettivamente di 20$ e 40$/t il prezzo di steam coal e carbone da coke. A patto che gli operatori delle miniere di carbone da esportazione riescano a mantenere sotto controllo i propri costi d’estrazione, questa crescita dei prezzi di mercato ha potenzialmente incrementato la profittabilità del business per quasi tutti i produttori presenti nel mercato internazionale.

Il controllo dei costi e l’innovazione appaiono quindi la condizione necessaria perché le compagnie estrattive si assicurino un futuro proficuo a lungo termine, con relativa indipendenza da eventuali variazioni negli scenari di mercato. SMeloni

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Ultimo aggiornamento

16/05/2023, 16:13