Fuel cell per produrre elettricità dalle biomasse

Dai laboratori del Georgia Institute of Technology le prime celle a combustibile ibride in grado di utilizzare polvere di legno, alghe e scarti di pollo per produrre elettricità

Data:
05 marzo 2014

Biomasse_-_panoramio_(2)
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Dai laboratori del Georgia Institute of Technology le prime celle a combustibile ibride in grado di utilizzare polvere di legno, alghe e scarti di pollo per produrre elettricità Celle a combustibile a basse temperature capaci di convertire direttamente la biomassa in energia elettrica senza l'aiuto di un catalizzatore attivato da energia solare o termica. E' questa l'ultima scoperta di un gruppo di ricercatori del Georgia Institute of Technology, la cui cella combustibile può utilizzare diverse fonti quali: biomasse legnose, alghe, rifiuti animali come gli scarti di pollo e l’amido contenuto in alcuni cibi. Nel sistema messo a punto dal team americano la biomassa è mischiata con particolari composti chimici chiamati poliossometallati o POM: un catalizzatore in soluzione esposto alla luce del sole, o al calore artificiale. Il POM agisce da agente ossidante e ossida la biomassa posta sotto i fotoni o sotto l’irraggiamento termico, portando le cariche dalla biomassa all’anodo della cella a combustibile. Gli elettroni vengono poi trasportati verso il catodo dove vengono ossidati dall’ossigeno attraverso un circuito esterno per produrre elettricità. "Abbiamo sviluppato - spiega Yulin Deng, professore al Georgia Tech’s School of Chemical and Biomolecular Engineering e all’Institute of Paper Science and Technology (IPST) - un nuovo metodo per gestire la biomassa a temperatura ambiente. Questo approccio, essendo molto generico, può essere utilizzato con vari tipi di biomassa e con i rifiuti organici: la preoccupazione di dover purificare i materiali di partenza viene così eliminata". Secondo lo studio pubblicato da Nature Communications, la cella a combustibile può essere usata sia in unità di piccole dimensioni che in impianti più grandi. Il sistema ha numerosi vantaggi tra i quali la sinterizzazione della degradazione della biomassa attraverso la fotochimica e il solare-termico e il non utilizzo di materiali costosi come i metalli nobili: le reazioni di ossidazione, infatti, sono catalizzate dalla soluzione POM. Infine, questa soluzione è chimicamente stabile, cosa che permette di utilizzare la biomassa non purificata. La densità massima registrata con la nuova cella è di 0,72 milliwatt per centimetro quadrato, ossia 100 volte superiore a celle a combustibile microbiche a base di cellulosa. Ma il team ritiene che il risultato ottenuto potrebbe essere aumentato dalle cinque alle dieci volte, una volta ottimizzato il processo.

L'articolo è tratto da Greenstyle 

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Ultimo aggiornamento

16/05/2023, 16:38