ENEA, i sistemi di accumulo di idrogeno in Italia

Per arrivare a un impiego su larga scala dell’idrogeno come vettore energetico, una delle principali sfide tecnologiche da affrontare è quella di trovare soluzioni più efficaci ed economiche

Data:
10 giugno 2014

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Per arrivare a un impiego su larga scala dell’idrogeno come vettore energetico, una delle principali sfide tecnologiche da affrontare è quella di trovare soluzioni più efficaci ed economiche per il problema ancora aperto dell’accumulo e del trasporto. Enea, che da anni è impegnata in questi campi, partecipa al progetto di innovazione industriale “Hydrostore”, finanziato dal ministero dello sviluppo economico nell’ambito del bando “Efficienza Energetica” – Industria 2015, che ha l’obiettivo di «Sviluppare tecnologie innovative per lo stoccaggio dell’idrogeno, sia nelle applicazioni mobili (veicoli) che per quelle stazionarie (produzione di elettricità per edifici residenziali), in modo da garantire alta capacità di accumulo e riduzioni di costi e dei consumi energetici». Oltre all’Enea, partner del progetto sono: Enel Ingegneria e Innovazione; le università di Padova, Roma La Sapienza, Pisa e Genova; Consorzio Interuniversitario per lo Sviluppo dei sistemi a Grande Interfase CSGI; Acta; TPA Brianza, Giacomini S.p.A; RSE; SOL e SGS Future. All’Enea spiegano che «Elemento centrale di queste tecnologie innovative è l’utilizzo per lo stoccaggio dell’idrogeno di speciali materiali assorbitori: gli idruri metallici, materiali solidi che presentano quindi anche notevoli vantaggi in termini di sicurezza. Attualmente in Italia non sono presenti produttori di tali materiali, che invece sono già commercializzati in altri Paesi: il progetto intende quindi, attraverso la collaborazione di aziende, Enti di Ricerca e Università, realizzare la prima filiera di produzione nazionale di idruri metallici per lo stoccaggio di idrogeno, che partendo dalla ricerca arrivi sino a impianti pilota e alla dimostrazione preindustriale». Il progetto, avviato nel 2012 e che si concluderà nel 2016, sta producendo i primi risultati. Per quanto riguarda la generazione stazionaria «Sono in fase sperimentale prototipi di serbatoi con sistemi di produzione dell’idrogeno da fonte rinnovabile da impiegare per sistemi cogenerativi di elettricità e calore: infatti con questi sistemi è possibile, oltre a produrre corrente elettrica, anche recuperare calore dai fumi esausti di combustione per effettuare il riscaldamento e/o il raffreddamento di ambienti. Per il prototipo di serbatoio per applicazioni stazionarie sono stati selezionati idruri metallici a base di idruro di magnesio compattati messi a punto da Enea».

L'articolo originale e completo è consultabile nella sezione News del sito ENEA

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Ultimo aggiornamento

16/05/2023, 16:35