Comunità Energetiche Rinnovabili in Sardegna: a Ussaramanna il futuro sostenibile è già realtà.
Intervista al sindaco del centro del Sud Sardegna, Marco Sideri, che spiega il percorso che ha portato alla realizzazione di una delle due Cer oggi attive nell'isola
Data:
05 dicembre 2024
Le comunità energetiche rinnovabili (CER) stanno emergendo come una soluzione innovativa per promuovere l’uso di energie rinnovabili a livello locale, ridurre le emissioni di carbonio e coinvolgere attivamente i cittadini nella transizione energetica. Sotacarbo crede fermamente nel ruolo delle comunità energetiche rinnovabili per un futuro sempre più sostenibile. Il progetto Auree (Abaco Urbano Energetico degli Edifici), finanziato dalla Ricerca di Sistema Elettrico nazionale, prevede da parte di Sotacarbo una serie di attività di sensibilizzazione e coinvolgimento della cittadinanza, delle imprese e amministrazioni locali per diffondere nuove opportunità per produrre e consumare energia in modo diverso e vantaggioso nell’interesse collettivo.
Un ruolo chiave nella diffusione delle comunità energetiche è quello delle amministrazioni comunali e proprio il loro punto di vista e la loro esperienza è lo scopo di alcuni incontri nell’ambito del progetto condotto da Sotacarbo. Il primo incontro è con Marco Sideri, sindaco di Ussaramanna, piccolo borgo di circa 600 abitanti nella provincia del Sud Sardegna, che ha avviato nel gennaio 2021 la realizzazione di una comunità energetica da fonti rinnovabili sul proprio territorio.
L’iniziativa, che non ha richiesto investimenti diretti da parte dei cittadini, mira a ridurre le bollette energetiche dei partecipanti. L’ampia partecipazione dimostra il crescente interesse delle comunità locali verso modelli energetici sostenibili, motivato sia dai benefici economici sia dal desiderio di contribuire alla transizione ecologica. Attualmente, Ussaramanna rappresenta una delle due comunità energetiche attive a livello regionale, rappresentando un esempio virtuoso di come i piccoli comuni possano giocare un ruolo chiave nella transizione energetica.
Il progetto è stato avviato nel 2020, durante la pandemia, un periodo in cui era fondamentale ricostruire il tessuto sociale e rafforzare il senso di comunità. La nostra principale motivazione è stata quella di creare una cooperazione virtuosa tra il comune, i cittadini e le imprese locali per sfruttare al meglio l’energia prodotta nel nostro territorio. Con l’introduzione di normative favorevoli, abbiamo immediatamente avviato uno studio di fattibilità tecnico-economico e coinvolto la comunità per garantire risparmi economici attraverso la riduzione delle bollette, oltre a promuovere la sostenibilità ambientale.
Sì, le principali difficoltà sono state di tipo burocratico. Abbiamo scelto di costituire un’associazione del terzo settore, che ci ha permesso di muoverci con maggiore agilità e contenere i costi. Da gennaio 2021, abbiamo completato l’installazione degli impianti in circa 10-11 mesi, un risultato significativo per un progetto sperimentale. Tuttavia, abbiamo affrontato ritardi dovuti alle procedure di connessione con enti come Enel Distribuzione e il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), complicate ulteriormente da continui cambiamenti normativi e interpretazioni poco chiare delle nuove leggi.
Il finanziamento del progetto è stato assicurato grazie a 100.000 euro di fondi ministeriali dedicati all’efficientamento energetico, integrati da 20-25.000 euro di risorse proprie del Comune. Questo mix di finanziamenti ha garantito una buona base economica per l’avvio della nostra iniziativa.
Siamo partiti con 60 membri, tra cui 55 cittadini privati, quattro imprese e il Comune stesso, posizionandoci inizialmente come la comunità energetica più numerosa d’Italia. Nonostante ci siano stati alcuni cambiamenti tra i membri, il numero totale è rimasto invariato.
Abbiamo scelto di investire nel fotovoltaico, installando 60 kW sui tetti delle scuole e, successivamente, altri 11 kW nel magazzino comunale, raggiungendo un totale di 71 kW. Attualmente non abbiamo sistemi di accumulo, ma il loro sviluppo è nei nostri piani per aumentare l’autoconsumo locale e coprire anche il fabbisogno energetico notturno. L’espansione della capacità produttiva è un obiettivo chiave per il futuro della comunità energetica.
La cittadinanza ha mostrato un forte interesse, sebbene inizialmente molti non fossero informati sull’argomento. Abbiamo organizzato incontri pubblici e aperto sportelli informativi con il supporto del nostro partner tecnico Ènostra per spiegare dettagliatamente il progetto. All’inizio, abbiamo raccolto circa 130 adesioni su 250 utenze disponibili. Il primo gruppo operativo era composto da 60 utenti facenti parte della medesima cabina elettrica secondaria, ma molti altri cittadini, che avevano da subito mostrato interesse, attendono l’opportunità di unirsi alla comunità. Come dicevo, l’espansione è una delle nostre priorità.
Dal punto di vista ambientale, la nostra comunità energetica ha permesso di ridurre le emissioni di CO2 di circa 62 tonnellate all’anno. Anche se il numero può sembrare ridotto, è significativo per una comunità di piccole dimensioni come la nostra. Un’adozione più ampia delle comunità energetiche avrebbe un impatto ambientale molto più consistente. Inoltre, le comunità energetiche aiutano a ridurre il carico sulla rete elettrica durante i picchi di consumo, migliorando l’efficienza energetica complessiva. Economicamente, avevamo previsto un risparmio di circa 120 euro all’anno per ogni utenza, ma le normative successivamente hanno chiarito che solo gli incentivi per l’energia condivisa possono essere distribuiti tra i membri, riducendo il risparmio medio a circa 70 euro. Nonostante il ritorno economico inferiore alle aspettative iniziali, il progetto rimane vantaggioso.
Socialmente, la comunità energetica ha facilitato il dialogo tra i cittadini, promuovendo una maggiore consapevolezza sui cambiamenti climatici e l’importanza delle energie rinnovabili. I cittadini sono diventati più consapevoli della necessità di adottare comportamenti sostenibili e di investire in energie pulite.
Siamo stati allacciati alla rete a gennaio 2023 e abbiamo iniziato a ricevere gli incentivi da luglio. Gli incentivi vengono distribuiti in parte equamente tra tutti i membri e in parte in base ai consumi individuali, per evitare che le utenze con consumi maggiori assorbano interamente i benefici economici. Questo sistema di distribuzione bilanciato garantisce equità e incentiva comportamenti di consumo responsabili.
Il monitoraggio avviene principalmente attraverso le assemblee della comunità, dove discutiamo i risultati, la soddisfazione dei membri e affrontiamo le eventuali criticità. La partecipazione attiva alle assemblee, che si tengono 2-3 volte l’anno, è indicativa di un buon coinvolgimento. Inoltre, grazie al progetto europeo Life Loop, abbiamo installato, per ciascuna utenza, uno “smart meter”, ovvero un dispositivo intelligente per il monitoraggio dei consumi energetici. Sebbene i contatori intelligenti dovrebbero teoricamente fornire i dati di consumo quartorario, spesso questi non sono accessibili, quindi ci siamo dovuti affidare a strumenti alternativi per garantire un monitoraggio costante e accurato.
Vogliamo espandere la comunità energetica coinvolgendo i comuni di Villanovaforru e Siddi, con l’obiettivo di creare una comunità energetica intercomunale. Questo ampliamento aumenterebbe la massa critica e l’efficienza operativa. Stiamo considerando di trasformare l’associazione in una cooperativa, il che permetterebbe una gestione più autonoma e una distribuzione più efficiente degli incentivi. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dai contributi pubblici, garantendo una sostenibilità a lungo termine.
Collaborare con partner tecnici competenti e impegnati eticamente. È cruciale credere nel progetto e comunicare chiaramente i suoi benefici ai cittadini. Anche se la burocrazia può rappresentare una sfida, la creazione di una comunità energetica è relativamente semplice. La volontà politica è essenziale, così come un maggiore supporto a livello statale e regionale. È fondamentale studiare un modello di business che coinvolga capitali privati, rendendo conveniente per i cittadini investire nelle comunità energetiche piuttosto che in impianti individuali. Il Comune dovrebbe fungere da promotore, ma è auspicabile che, in futuro, le comunità energetiche rinnovabili diventino autosufficienti.
Attività finanziata a valere sul fondo per la ricerca di sistema elettrico PTR 2022-2024.
Ultimo aggiornamento
07/01/2025, 16:00