Biomasse peggio del carbone
Legna da ardere più inquinante del carbone? Sì, se sottratta alle foreste per esser bruciata nelle centrali elettriche. Uno studio commissionato dal governo inglese ha messo in evidenza che
Data:
28 luglio 2014
Legna da ardere più inquinante del carbone? Sì, se sottratta alle foreste per esser bruciata nelle centrali elettriche. Uno studio commissionato dal governo inglese ha messo in evidenza che, in termini di emissioni, il confronto tra biomasse e carbone non premia le prime. Conclusione imbarazzante per un esecutivo che aveva previsto incentivi a favore delle biomasse sino al 2027. L’effetto prodotto dagli incentivi nel mercato dell’energia è noto: l’offerta è così allettante che puntare sulle rinnovabili è una via obbligata dal punta di vista finanziario prima ancora che ambientale o tecnologico. La bontà di un simile schema è tutt'altro che pacifica, al contrario è molto controversa. Ma se sino ad oggi le critiche al sistema degli incentivi provenivano solo dai concorrenti penalizzati, il risultato di una ricerca realizzata in ambito accademico Usa (le biomasse inquinano più del carbone) ha fatto suonare un campanello d’allarme al ministero dell’Energia britannico: è vero quel che dicono? Il Department of Energy and Climate Change ha immediatamente commissionato uno studio al riguardo, per verificare se fosse attendibile o meno l’affermazione che le biomasse hanno un impatto più negativo del carbone sull’ambiente e sulla produzione di CO2. Insomma, lo studio Usa aveva insinuato il dubbio: "Stiamo offrendo incentivi ad inquinare?". Di certo bruciare biomasse non è un’attività a emissioni zero. Però viene considerata “energia rinnovabile” perché vengono piantati nuovi alberi per rimpiazzare quelli bruciati e per assorbire le loro emissioni di anidride carbonica. Il ministero dell’Energia, sulla spinta dello studio americano, ha verificato che nel proprio sistema di calcolo mancavano delle variabili decisive (in particolare sul trasporto) che avrebbero indirizzato i risultati verso ben altre conclusioni. Che adesso convergono nel sostenere che bruciare legna proveniente da foreste è controproducente, perché si riduce il potere di assorbire la CO2 (che cresce anche per effetto del trasporto della legna dalle foreste agli impianti). Le cose cambiano quando invece il processo sfrutta gli scarti. In quel caso il loro utilizzo avrà un impatto sull’ambiente inferiore e in grado di reggere il confronto col carbone. Ma qui si apre la porta a scenari imprevisti: se le biomasse “buone”, vale a dire quelle utilizzabili per poter accedere agli incentivi, diventano solo i legni di scarto, è chiaro che l'intero mercato verrà stravolto anche il regime degli incentivi dovrà essere rimodulato. Dorothy Thompson, amministratore delegato della Drax, in un’intervista concessa alla Bbc sostiene che le conclusioni del Rapporto governativo non rappresentano la morte delle biomasse, ma devono spingere i governi a distinguere tra “giuste” e “sbagliate”: “La sostenibilità è il vero nodo. Questo studio ha confermato quel che noi abbiamo sempre affermato: quando le biomasse sono prodotte in modo sostenibile ci sono i benefici per l’ambiente, altrimenti no”. GS
Ultimo aggiornamento
16/05/2023, 16:33