Solare termico e il problema dell'intermittenza della radiazione solare

Diverse le soluzioni messe a punto da alcuni ricercatori per rendere la tecnologia più competitiva. Fin da quando è stata messa in funzione, ossia a febbraio 2014

Date:
15 April 2014

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Diverse le soluzioni messe a punto da alcuni ricercatori per rendere la tecnologia più competitiva Fin da quando è stata messa in funzione, ossia a febbraio 2014, la più grande centrale termica a concentrazione solare del mondo di Ivanpah (California - USA) è stata accolta con un certo scetticismo. La centrale è senza dubbio impressionante: 300.000 gli specchi che riflettono la radiazione solare su tre torri alte circa 150 metri che producono il vapore da cui ottenere energia elettrica. Il progetto è stato sviluppato dalla società energetica BrightSource e da quella di costruzioni Bechtel. Tra gli investitori per la sua realizzazione c’è anche Google, che ha messo una quota di quasi 170 milioni di dollari. L’intera realizzazione è costata circa 2,2 miliardi di dollari e parte della spesa è stata finanziata con un prestito da parte del ministero dell’Energia degli Stati Uniti di circa 1,6 miliardi di dollari. Ora, a distanza di circa 2 mesi, molti esperti - tra cui anche alcuni investitori - pensano che questo tipo di impianto solare potrebbe l'ultimo del suo genere. Uno di questi è David Crane, CEO di NRG Energy: "Quando sei anni fa l'impianto è stato progettato la situazione economica era sicuramente migliore. Da allora, il prezzo dei pannelli fv tradizionali è precipitato e per questo motivo stiamo ora investendo in questo campo". Il fascino della tecnologia solare termica è semplice: a differenza dei tradizionali pannelli solari, questi possono generare energia anche quando il sole non splende. In pratica però, l'energia prodotta è molto più costosa sia di quella realizzata con i combustibili fossili che di quella ottenuta con pannelli convenzionali. Per questo motivo, i ricercatori stanno ora lavorando per trovare un sistema per rendere la tecnologia più competitiva, cercando di abbassare il prezzo di specchi, motori e riduttori utilizzati per seguire il sole

ATTUATORI PNEUMATICI. Una potenziale soluzione potrebbe arrivare dalla startup Otherlab di San Francisco che ha intenzione di sostituire i motori con un sistema di attuatori pneumatici che possono essere prodotti economicamente con i macchinari attualmente utilizzati per produrre bottiglie di plastica. Questa tecnologia - spiega Leila Madrone di Otherlab - potrebbe ridurre il costo dei campi di specchi utilizzati per concentrare la luce solare del 70%. Ma anche questa riduzione dei costi non sarebbe sufficiente a rendere la tecnologia più competitiva dei pannelli solari, nonostante gli specchi ammontino a un terzo, o addirittura la metà del costo complessivo di una centrale solare termica. L’abbattimento dei costi - continua Madrone - richiederà l’incremento della quantità di energia che una centrale solare termica è in grado di generare, affinché possa vendere più energia a parità d’investimento.

MATERIALI CHE IMMAGAZZINANO CALORE. Un approccio per incrementare la capacità produttiva consiste nell’innalzamento delle temperature, che aumenterebbe l’efficienza complessiva. Al momento, le centrali operano a 650 °C o meno, ma alcuni ricercatori stanno sviluppando sistemi per innalzare la temperatura tra gli 800 °C. e i 1,200 °C. Questo approccio viene perseguito da Halotechnics, che utilizza processi di screening ad alta velocità per sviluppare nuovi materiali – incluse nuove forme di sale e vetro – capaci di immagazzinare il calore a queste temperature elevate.

PANNELLI SOLARI IN AGGIUNTA.

Un altro metodo, attualmente finanziato da un programma della Advanced Research Projects Agency for Energy degli Stati Uniti, consiste nell’aggiunta di pannelli solari alle centrali solari termiche. L’idea di base parte dal presupposto che i pannelli solari possono convertire efficientemente in elettricità solo alcune lunghezze d’onda della luce. Gran parte dell’energia nella luce infrarossa e ultravioletta, ad esempio, non è convertita, ma emessa sotto forma di calore. I nuovi progetti mirano a trovare soluzioni per raccogliere questo calore.

L’articolo è tratto da CasaeClima

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