Caratterizzazione formazioni rocciose del Sulcis: primi risultati

In vista del completamento del Sotacarbo Fault Lab, infrastruttura di ricerca avanzata per studiare le tecnologie di monitoraggio dei siti di confinamento della CO2 (in linea con gli obiettivi di

Date:
18 January 2022

Maiu2021_GraphicalAbstract
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In vista del completamento del Sotacarbo Fault Lab, infrastruttura di ricerca avanzata per studiare le tecnologie di monitoraggio dei siti di confinamento della CO2 (in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione europea), Sotacarbo ha avviato uno studio ad ampio raggio finalizzato a caratterizzare le formazioni rocciose del Sulcis, per poter poi interpretare correttamente i risultati delle sperimentazioni. Nel corso dello studio sono state svolte analisi ultrasoniche non distruttive per la determinazione della velocità delle onde di compressione su rocce appartenenti alla serie vulcanica oligomiocenica del Sulcis. “Questa tecnica non invasiva ha permesso il confronto tra le misurazioni effettuate in laboratorio con quelle effettuate direttamente in situ e la comparazione con i valori di densità, il contenuto d’acqua e la porosità delle differenti formazioni rocciose analizzate”, spiega Arianna Maiu, ricercatrice di Sotacarbo e prima autrice dello studio. I primi risultati della caratterizzazione sono stati pubblicati dalla rivista scientifica internazionale Journal of Applied Geophysics (edito da Elsevier), in un lavoro dal titolo “Characterization of volcanoclastic succession in South West Sardinia: In situ vs. laboratory assessment of compressional wave velocity” (autori: Arianna Maiu, Alberto Plaisant, Alberto Pettinau). “I dati ottenuti contribuiscono a caratterizzare alcune delle litologie presenti nell’area del Sulcis", chiarisce Alberto Plaisant, responsabile del servizio geologico e ambientale della Società, "e forniscono informazioni utili sul comportamento della CO2 in sottosuolo e per l’interpretazione dei risultati delle sperimentazioni che Sotacarbo condurrà per il monitoraggio della risalita in superficie dell’anidride carbonica, a seguito di microiniezioni controllate in sottosuolo”. Si tratta dei primi risultati di uno studio molto più ampio, attualmente in corso, che consentirà, entro la fine dell’anno, di realizzare un’infrastruttura sperimentale, unica al mondo nel suo genere, già inserita nella rete internazionale di laboratori di eccellenza Eccsel. AP

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