Obiettivo 2030

"Ccs e rinnovabili non devono essere viste come alternative. Al contrario entrambe possono e devono contribuire per il raggiungimento degli obiettivi nella riduzione delle emissioni".

Date:
30 January 2014

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"Ccs e rinnovabili non devono essere viste come alternative. Al contrario entrambe possono e devono contribuire per il raggiungimento degli obiettivi nella riduzione delle emissioni". Il cambiamento era atteso e il cambiamento è arrivato. Nel fissare gli obiettivi del Piano 2030 la Commissione europea ha deciso di modificare la linea adottata nel precedente "20-20-20". Grande enfasi sul peso del "CO2 Capture and Storage (Ccs)" nel nuovo scenario: "Nel mix energetico utile a ridurre l'impatto sull'ambiente sarà fondamentale il ruolo delle Ccs, che contribuiranno in modo decisivo a percorrere la strada dell'abbattimento delle emissioni".

Non si tratta della sola novità. La strategia del Piano presentato nel 2008 mirava a definire linee guida e obiettivi da raggiungere entro il 2020, attraverso l'imposizione di vincoli stringenti per gli Stati membri. Partendo dal livello di emissioni del 1990, la Commissione aveva fissato tre obiettivi: 20% di riduzione delle emissioni; 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili; 20% di incremento nell'efficienza energetica. Primi due vincolanti, il terzo no. Per il 2030 il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso ha spiegato che resta confermato l'obiettivo di ridurre del 40% le emissioni (sempre rispetto ai dati del 1990) e di portare al 27% la quota di energia rinnovabile. Meno di quanto si poteva immaginare qualche mese fa.

Ma a pesare in modo decisivo sul cambio di strategia da parte della Commissione è stato il calo di competitività dell'industria europea rispetto a quella statunitense. Un calo determinato in parte dai sussidi comunitari a favore delle energie rinnovabili, che hanno avuto l'effetto indesiderato ma prevedibile di innalzare i costi energetici per le industrie europee. L'arretramento della Commissione più che sui numeri è sui vincoli: adesso riguardano l'Unione europea, non più gli Stati membri presi singolarmente. Una scelta che potrebbe penalizzare l'attuazione del nuovo Piano.

La Commissione ha modificato anche i criteri per il raggiungimento delle soglie di riduzione delle emissioni, che ora dovranno essere legate all'adozione di politiche e provvedimenti sul territorio nazionale e comunitario e non più a progetti effettuati nei Paesi in via di sviluppo. GS

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